Lunedì 30 settembre - sala conferenze "Eolian Milazzo Hotel" - Milazzo (ME)

23.09.2019

Antonio Calabrò, nato a Patti (ME) 68 anni fa. Giornalista e saggista,  vive e lavora a Milano. Attualmente è Senior Advisor Cultura di Pirelli & C. e direttore della Fondazione Pirelli. È presidente di Museimpresa e del Centro per la cultura d'impresa e vicepresidente di Assolombarda (con deleghe per l'organizzazione, gli affari istituzionali e la legalità), . È inoltre consigliere d'amministrazione dell'Università Bicocca di Milano, di Nomisma, dell'Orchestra Verdi, della Fondazione Teatro Parenti, del Touring Club e di alcune altre società e fondazioni. È stato consigliere delegato dell'HangarBicocca. Ha ricoperto l'incarico di direttore dell'agenzia di Stampa Apcom e di editorialista economico di La 7. È stato direttore editoriale del gruppo Il Sole 24 Ore e vice-direttore del quotidiano. Ha lavorato a La Repubblica, Il Mondo e L'Ora, ha collaborato con Paese Sera, Panorama e L'Europeo e ha diretto il settimanale Lettera Finanziaria e il mensile Ventiquattro. Insegna all 'Università Bocconi (corso di "Storia del giornalismo") e all'Università Cattolica di Milano (master in Media Relation, insegnamento "Il contesto mediale"). Scrive di libri su Il Giorno, "Il Piccolo", il "Giornale di Sicilia" e "La Nuova Sardegna" e di cultura d'impresa su "Huffington Post Italia".

Ha pubblicato i seguenti libri:

  • Da via Stalingrado a Piazza Affari. La storia dell'Unipol, con Marcella Gabbiano, Venezia, Marsilio, 1988
  • La morte ha fatto cento, Palermo, Edizioni della Battaglia, 1996
  • Dissensi. Sulle orme di Bartleby, Napoli, L'ancora del Mediterraneo, 2002
  • Intervista ai capitalisti, Milano, Rizzoli, 2005
  • Orgoglio industriale. La scommessa italiana contro la crisi globale, con la collaborazione di Alessia Magistroni, Milano, Mondadori, 2009
  • Cuore di cactus, Palermo, Sellerio, 2010
  • Bandeirantes. Il Brasile alla conquista dell'economia mondiale, con Carlo Calabrò, Roma-Bari, Laterza, 2011
  • Il riscatto. L'Italia e l'industria internazionale, con Nani Beccalli Falco, Milano, Università Bocconi, 2012
  • La morale del tornio. Cultura d'impresa per lo sviluppo, Milano, EGEA, 2015
  • I mille morti di Palermo. Uomini, denaro e vittime nella guerra di mafia che ha cambiato l'Italia, Milano, Mondadori, 2016
  • L'impresa riformista, Milano, Università Bocconi Editore, 2019

L'impresa riformista

Le imprese come avanguardia della trasformazione del Paese, per controbilanciare il populismo e una politica sempre più statalista: di questo scrive Antonio Calabrò, ex vice direttore de Il Sole 24 Ore ed attualmente direttore della Fondazione Pirelli, nel nuovo libro "L'impresa riformista" (Bocconi Editore).

Non è un libro di economia. E' un saggio di politica, o meglio di cultura politica. La nuova opera di Antonio Calabrò, ex vice direttore de Il Sole 24 Ore ed attualmente direttore della Fondazione Pirelli, intitolata in maniera quasi provocatoria "L'impresa riformista" (Bocconi Editore) in questi giorni in libreria, è in primo luogo una sfida ai tanti luoghi comuni che stanno immiserendo il dibattito pubblico, diffondendo paure ed incertezza verso il nostro futuro individuale e collettivo, e scatenando rancore ed odio verso presunte "caste" che hanno badato solo ai loro interessi a danno di quelli del popolo. Un racconto, quello dei populisti, che certo contiene qualche briciolo di verità, ma che nel complesso induce a pensare che esistano soluzioni facili a problemi complessi, che spinge numerosi cittadini a guardare con nostalgia ad un passato ritenuto bello e sicuro anche se così non è mai stato, fino ad arrivare a convincerli che sarebbe giusto rinunciare a molte delle nostre libertà democratiche in nome di una maggiore sicurezza.

Calabrò mostra che non solo esiste una risposta diversa alle nostre paure, ma che questa è più conveniente per la collettività nel suo insieme e anche per i singoli cittadini. Il cuore del suo ragionamento è l'impresa,in particolare quella manifatturiera, che già oggi è una realtà di eccellenza ma che stenta ad essere riconosciuta come tale da tanti connazionali sviati da una informazione quantomeno distratta, e da politici populisti che accentuano le negatività del nostro sistema (che certo ci sono), per alimentare un sordo rancore verso tutti quelli che hanno avuto successo grazie alle loro competenze e ai loro meriti. Il risultato, e lo si può scorgere già con chiarezza dopo pochi mesi di governo giallo-verde, è tragico. Abbiamo una politica incapace di valorizzare i nostri punti di forza, che immagina di lavorare per favorire il popolo, fregandosene dell'Europa, del ricatto dello spread, dei banchieri, e finisce per ostacolare l'innovazione ed il lavoro, condannando il paese ad una eterna stagnazione. Si realizza così quella "decrescita felice" che però stando a tutti i sondaggi, gli italiani non ritengono affatto felice e non vogliono assolutamente.

Un libro di cultura politica, si diceva. Ed infatti Calabrò ci guida in un ben disegnato percorso lungo il quale incontriamo gli aspetti più positivi della nostra realtà economica e sociale e possiamo trovare conforto nelle analisi e nelle indicazioni di molti scrittori, economisti e politici che hanno visto per tempo le questioni reali, anche se spesso non sono stati ascoltati. L'impresa deve avere piena consapevolezza di essere il fondamentale protagonista della nuova stagione di cambiamento. Già oggi, dopo la grande crisi, siamo la seconda potenza manifatturiera dell'Europa, dopo la Germania. Abbiamo un volume di export che lo scorso anno ha superato i 450 miliardi, in grandissima parte per merito della nostra manifattura. Ma soprattutto molte aziende negli ultimi anni hanno fatto non solo un salto tecnologico e manageriale, ma anche rafforzato i propri valori fondanti di comunità di persone che agiscono sia per conseguire il massimo profitto, sia per costruire un rapporto di collaborazione con i propri dipendenti e per consolidare ed esportare la propria cultura aziendale al di fuori della fabbrica. Insomma l'impresa è non solo uno dei pochi ascensori sociali rimasti, ma anche, e sempre di più, un insieme di valori e di cultura che deve tendere a contagiare l'intero paese.

https://www.firstonline.info/limpresa-riformista-come-guida-del-vero-cambiamento/

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